Mi è stato per caso segnalato questo simpatico prontuario per donne e uomini foresti, riguardo il vivere bene con un Partner Triestino. Merita una lettura
1. Innanzitutto È giuliano, non friulano. Mai, mai e dico mai assimilare Trieste al Friuli. Nonostante quasi tutta l'Italia pensi di poter definire un triestino "friulano", solo perché Trieste è in Friuli Venezia-Giulia, questa è una delle cose che potrebbero farti perdere ogni opportunità con il tuo lui. Studia il bigino: Trieste sta nella parte giuliana, Udine in quella friulana. Trieste è al centro dell'Impero austro-ungarico, è la sua unica città con affaccio sul mare (come dici? Non è più così? Se vuoi andare d'accordo con un triestino non ricordarglielo).
2. Col bel tempo: in osmiza. Basta un minimo raggio di sole per fare contento un triestino. Quello squarcio di luce per lui significa mare e osmize, le case dei contadini sul Carso triestino che aprono le porte ai concittadini offrendo vino, salumi, uova sode e formaggi. Il clima dell'osmiza, giulivo, familiare e informale, è l'habitat naturale nel quale il triestino si muove meglio, quasi una sua seconda casa, soprattutto se in città impera l'afa.
3. Viaggia poco, non gli serve. Sostanzialmente perché viaggiare quando intorno a Trieste hai tutto? Mare e montagna (ok, tecnicamente è più un altopiano...). Si mangia bene, si vive bene, si dorme bene, si fa tutto bene. Senza fretta, mi raccomando. C'è anche qualche raro triestino avventuriero: se lo incontri, preparati a un viaggio addirittura fino alle coste slovene e croate o verso le Alpi Giulie!
5. Parla SOLO in triestino. Praticamente sempre. È l'arma davvero vincente: alla lunga solo questo potrà aiutarti a tenere stretta la tua anima gemella triestina. Se vuoi confonderti con gli autoctoni, chiedere indicazioni stradali, comprare del pane o semplicemente esprimersi, c'è solo un'arma a tua disposizione: imparare il dialetto. Qui lo parlano tutti, dal panettiere al professore universitario, dal barista al bancario, dalla commessa all'intellettuale. In fondo, se l'aveva imparato James Joyce per comunicare con il suo amico Italo Svevo, perché non dovresti farcela anche tu?
5. Ti invita ad andare al bagno con lui. Quando il tuo innamorato ti chiederà se vuoi andare al bagno, non prenderlo per un invito troppo personale. Si riferisce all'andare al mare! Non fargli mai notare che non è normale prendere il sole sui sampietrini del lungomare tra gli scogli e la strada con auto in entrata e uscita da Trieste. Assecondalo: lo conquisterai. Per il tuo mulo (ragazzo qui si dice così), Barcola, la "spiaggia" triestina più nota e frequentata, è un pezzettino di paradiso, una filosofia di vita. Non si discute. Mentre gli scienziati mondiali lottano ogni giorno per dimostrare i danni causati dalla troppa esposizione al sole nelle ore calde della giornata, il triestino sfida questi studi che ritiene medievali esponendo se stesso e i suoi cari ai raggi solari prevalentemente dalle 13 alle 15.
6. Non prende il bus numero 10, 6, 22… Lui prende "la" 10, "la" 6, "la" 22 perché se voi "foresti" (in quanto semplicemente non triestini) prendete il bus, noi qui prendiamo LA corriera ed è naturale quindi che si prenda il numero corrispondente al femminile.
7. Gli piace mangiare e bere. Qui il pranzo e la cena non sono mai incontri fugaci: ci si incontra per mangiare e il pasto diventa un summit del G8 allargato (come la loro cintura dopo l'ultima portata). A tavola si discute di tutto, si litiga su tutto, a volte solo per avere la scusa di offrire da bere per riappacificarsi.
8. Cura l'aspetto fisico, ma è la pancetta che fa di lui un uomo di esperienza. Negli anni dall'adolescenza alla maturità il triestino è l'icona del "fisicato": bello, palestrato e abbronzato. A un certo punto decide di dedicarsi anima e corpo al culto di Bacco e della buona tavola. La metamorfosi si conclude con la mutazione della tartaruga in anguria.
9. Ti vuole allegra. Uno dei versi più famosi di una canzone triestina recita "sempre allegri e mai passion" (passion non è passione, ma sofferenza) e per il triestino è un mantra. Al triestino piace l'allegria. Vive per essere contento e fa di tutto per esserlo. E, in fondo, perché non dovrebbe esserlo? Ha il sole, il mare, la montagna e tutto quello già spiegato sopra.
10. Al bar, ordina neri e capi in B. Attenzione a questo punto. Rischi di far saltare in aria tutti i tuoi piani di conquista amorosa se dopo qualche giorno in città entri in un bar con lui e ordini un caffè come una qualsiasi turista. Qui i caffè hanno nomi diversi dal resto d'Italia. Un caffè espresso è un nero, il macchiato è un capo. Ok, a dire il vero è un cappuccino e il migliore è quello servito in bicchiere di vetro, quindi il "cappuccino in bicchiere". Ma il triestino ha fretta e deve andare al mare a prender il sole quindi è meglio abbreviarlo in capo in b. Facile, no?
L'autore di questo articolo è Massimo Battista, triestino da sempre, fotografo tra Trieste e Londra, collezionatore seriale di libri, ha scritto questo articolo tra un bicchiere di vino e un salto al mare.
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Commenti
Devo provarne UNO :)