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Aspirina contro l'infarto

I dati che trovate in questo articolo hanno unicamente scopo informativo. Per l’uso di qualsiasi medicinale, consultare il medico !

L'Aspirina è un marchio commerciale coniato dalla casa farmaceutica Bayer, ma viene spesso usato per indicare il principio attivo di questo medicinale, l’acido acetilsalicilico.

L’Aspirina è da decenni usata come antipiretico, cioè per ridurre la febbre, ma anche come analgesico (per lenire dolori vari - mali di testa - dolori alle gambe) e come antinfiammatorio. Un grammo di acido acetilsalicilico riduce in tre ore la temperatura corporea da 39° a 37,5°, ma comincia a produrre i suoi effetti benefici già dopo mezz’ora.
Col passare del tempo, però, stanno venendo a galla alcune proprietà sempre più sorprendenti di questo medicinale.

Innanzitutto l’acido acetilsalicilico fluidifica il sangue, quindi ha una certa azione preventiva su infarti ed ictus, dovuti all’ostruzione dei vasi sanguigni da parte di grumi di sangue coagulato. A tale scopo si usano medicinali come la cardioaspirina o l’aspirinetta, a basso contenuto di acido acetilsalicilico (100 milligrammi).

Ricordo però che l’aspirina ha come controindicazione il provocare ulcere gastriche e, proprio perchè fluidifica il sangue, anche emorragie interne, per cui, per l’uso prolungato, vengono prescritti farmaci gastroprotettori in sua associazione.
Per questo motivo, i medici preferiscono prescrivere l’uso prolungato di aspirina a chi già ha avuto un infarto e, in generale, lo sconsigliano alle persone sane.

L’aspirina, stavolta in dosi massicce (almeno un grammo), si rivela utilissima in caso di infarto acuto: spesso risolve il problema prima che giungano i soccorsi o che il paziente raggiunga il pronto soccorso.
Purtroppo non si può fare lo stesso discorso per l’ictus cerebrale, in quanto ha gli stessi sintomi dell’emorragia cerebrale e, in quest’ultimo caso, la somministrazione di aspirina, che fluidifica il sangue, peggiorerebbe la situazione.

infarto

Già da qualche anno, è stata scoperta un’altra sorprendente proprietà dell’aspirina : tre diversi studi dell’Università di Oxford (Gran Bretagna) hanno accertato che il consumo di basse dosi di aspirina, soprattutto se si superano i 3 anni di assunzione, riduce il rischio di sviluppare qualsiasi tipo di tumore del 25% ! E non solo, è emerso anche che l’uso dell’acido acetilsalicilico inibisce la formazione di metastasi del 36% in chi è già stato colpito dal cancro.

Studi più recenti hanno anche quantificato la riduzione del rischio per i singoli tipi di tumore e si è visto che che la riduzione del rischio arriva addirittura al 40% per il tumore all’intestino ed al 30% per il tumore ai polmoni.

Un recente studio americano, che ha coinvolto 300.000 pazienti in 12 anni, ha messo il luce che l’aspirina riduce l’incidenza del tumore al fegato del 40% e, nei pazienti che ne sono già stati colpiti, abbasserebbe il tasso di mortalità. Lo stesso studio rivela che questo farmaco riduce del 45% la mortalità dovuta ad altre malattie croniche del fegato.

Infine è stato dimostrato che l’aspirina è in grado di interagire con altri farmaci. Ad esempio, l’acetazolamide e il cloruro di ammonio possono aumentare l’effetto tossico dei salicilati e anche l’alcool fa aumentare il rischio di emorragia gastrointestinale ad essi collegato. L’aspirina impedisce a diversi farmaci di legarsi alle proteine nel sangue, tra cui: gli antidiabetici tolbutamide e clorpropamide, gli immunosoppressori metotressato, fenitoina, probenecid e acido valproico (interferisce anche con la beta-ossidazione, una fase importante del metabolismo del valproato) e tutti gli antinfiammatori non steroidei. I corticosteroidi potrebbero ridurre la concentrazione dell’aspirina. L’attività farmacologica dello spironolattone potrebbe risultare ridotta dall’aspirina; inoltre l’aspirina è un antagonista della penicillina G per quanto concerne la secrezione dai tubuli renali. L’aspirina, infine, può inibire l’assorbimento della vitamina C.

Un piccolo toccasana che dobbiamo però usare con parsimonia

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