Gentile ministro Poletti,
mi chiamo Sandro Vacchi e sono un giornalista (Tessera 21527) pensionato dal 2009 dopo 40 anni di lavoro prima al Carlino e poi al Messaggero, come caposervizio e inviato speciale. Leggo nella sua intervista al Corsera della sua ipotesi di decurtare le pensioni "alte" come contributo di solidarietà per gli "esodati".
La mia pensione ammonta a poco meno di 90 mila euro lordi, per un netto inferiore ai 3.700 mensili. Non so se sia alta in termini assoluti. Lo è se raffrontata con le "minime" o altre ancora, ma è una miseria a confronto dei trattamenti di non pochi boiardi di Stato.
In ogni caso me la sono pagata tutta, e anche sulla base di riscatti contributivi totalmente volontari sono stato prepensionato dalla mia azienda, come altri giornalisti.
Il mio assegno, lungi dall'incrementarsi almeno un po', in questi anni è stato eroso da contributi comunali e regionali.
Si tratta, ad ogni buon conto, di un assegno determinato secondo una formula matematico-attuariale sulla base dei miei contributi che, per un certo numero di anni, hanno portato all'importo di cui sopra. Importo che è dunque parte determinante di un contratto siglato con me dall'Inpgi, l'istituto previdenziale dei giornalisti.
Ove mai questo contratto dovesse essere unilateralmente peggiorato da una delle parti, segnatamente l'Inpgi, sarebbe palese la sua violazione. Questo, a maggior ragione, se la suddetta controparte fosse obbligata alla violazione da un soggetto terzo: nel caso, il suo Ministero.
In questa malaugurata eventualità, per tutelarmi mi vedrei costretto a denunciarLa per truffa e violazione contrattuale. Non è difficile prevedere che altri giornalisti seguirebbero il mio esempio.
Quanto agli "esodati", le ricordo che questa nuova e disgraziatissima categoria sociale tutta italiana è nata in seguito a provvedimenti dell'ex ministro Elsa Fornero che hanno minato il mercato del lavoro e condotto perfino a non pochi suicidi. Le suggerisco perciò, se permette, a rivolgersi al suddetto ex ministro per sanare almeno in parte le sue malefatte. La ringrazio dell'attenzione e Le auguro buon lavoro.
Sandro Vacchi
(Da francoabruzzo.it)
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