La scorsa settimana l’Unione Europea ha deciso sanzioni micidiali contro i proprio cittadini che, a differenza della Russia, non possono difendersi. Con il compromesso sull’Unione Bancaria raggiunto il 19 marzo, il Consiglio UE, la Commissione e il Parlamento Europeo hanno creato una macchina criminale che mira ufficialmente a confiscare i risparmi per mantenere in piedi le banche “zombie”.
L’accordo stabilisce che il Meccanismo di Risoluzione Unico (SRM), il cosiddetto “secondo pilastro” dell’Unione Bancaria, sarà operativo nel 2015; due terzi dei 55 miliardi di euro del Fondo di Risoluzione Unico (SRF) possono essere usati dall’inizio e il 70% dopo tre anni. Il fondo sarà finanziato dalle banche, ma non è chiaro se solo dalle 128 banche che fanno parte dell’Unione Bancaria o se da tutte. Le casse di risparmio e le banche cooperative hanno già messo le mani avanti perché non intendono sacrificarsi per salvare le grandi banche.
Il “primo pilastro” dell’UB, il Meccanismo di Supervisione Unico (SSM), come concordato precedentemente, sarà a regime già nel novembre di quest’anno.
L’intero sistema sarà indipendente dai governi nazionali. Il Consiglio sarà interpellato solo se lo decide la Commissione e solo nel caso che la Commissione disapprovi le decisioni prese dalla BCE e dal Consiglio del SRM (probabilità uguale a quella che gli asini volino).
Al cittadino viene spiegato che nel caso di una “risoluzione” (liquidazione) bancaria, verrà per primo utilizzato lo strumento del “bail-in”, e cioè del prelievo forzoso: vengono confiscati, nell’ordine, le azioni, le obbligazioni e i risparmi al di sopra dei centomila euro. Se questi non bastano si ricorre al fondo. Inoltre, i governi possono chiedere un prestito all’ESM, che naturalmente significa consegnarsi alla Troika.
Il Commissario per il Mercato Interno Michel Barnier ha definito l’accordo “il passo più importante (…) dopo l’Euro”. Il ministro del Tesoro tedesco Wolfgang Schaeuble ha ripetuto il mantra che col nuovo meccanismo i contribuenti non dovranno più sobbarcarsi il costo dei salvataggi bancari.
Due osservazioni.
Primo, se salta una banca sistemicamente rilevante, la potenza di fuoco del nuovo meccanismo è del tutto insufficiente. Non miliardi ma migliaia di miliardi saranno necessari. Questo significa che i contribuenti non sono affatto al riparo. In secondo luogo, e ancor più importante, è che le nuove regole rovesciano il principio della fiducia su cui si basa ogni sistema di finanza e di credito, e cioè che il risparmio è protetto dalla legge. La maggior parte delle costituzioni nazionali lo afferma esplicitamente. Il nuovo accordo raggiunto dalle istituzioni UE, e che i parlamenti nazionali sono chiamati a ratificare, asserisce invece la supremazia della “stabilità del sistema finanziario” su ogni altro interesse o settore della società, compresi i risparmi.
Come abbiamo già denunciato, le norme di “risoluzione bancaria” affermano che i contratti derivati devono essere onorati se una loro sospensione minaccia “la stabilità del sistema”.
L’UE ha dichiarato ufficialmente guerra ai risparmiatori e così facendo ha gettato le basi per l’autodistruzione del sistema.
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