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Le banche licenziano

Le banche licenziano in massa. Gli istituti di credito hanno già ridotto il personale di 23 mila dipendenti tra il 2008 e il 2011.
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Circa 23.000 dipendenti in meno rispetto al periodo precedente la crisi economica e almeno altri 20.000 lavoratori che dovranno uscire entro il 2017: sono questi i numeri della crisi per quanto riguarda il settore bancario che sta affrontando una riorganizzazione complicata con la riduzione di centinaia di sportelli e migliaia di lavoratori tra esodi e esternalizzazioni. A fine 2011, secondo dati Abi, i dipendenti erano 320.000 a fronte dei 343.000 a fine 2008. Dal 2000 ad oggi sono confluiti nel Fondo di solidarietà in circa 40.000.

La contrazione occupazionale ha riguardato soprattutto i grandi gruppi con oltre 4.000 uscite per Intesa San Paolo, 2.400 per Unicredit e 1.660 per Mps. Numeri questi che rappresentano una mediazione in seguito a una trattativa tra le aziende e i sindacati perché gli esuberi dichiarati erano molti di più. 
La scure colpisce prevalentemente i dipendenti più anziani, che riescono ad ottenere uno scivolo verso la pensione attraverso un passaggio nel fondo di solidarietà, ma anche i dirigenti che in molti casi accettano un demansionamento ed il passaggio a quadro direttivo pur di non perdere il posto di lavoro.

Ecco in sintesi le principali situazioni di crisi nelle aziende del credito:

MPS: L'accordo prevede 1.660 uscite oltre a 1.100 lavoratori in attività da esternalizzare e 720 lavoratori nella cessione Biverbanca. Gli esuberi dichiarati, (comprese le attività da esternalizzare) erano 4.600.

UNICREDIT: - L'accordo sul piano industriale 2012-15 prevede complessivamente 3.500 esuberi. Sono previsti 800 pensionamenti volontari e incentivati e la possibilità di esodi volontari e incentivati per una platea di circa 1.600 "donne optanti". Il restante numero di esuberi sarà riassorbito all'interno del Gruppo. Circa 160 dirigenti sono usciti o sono stati demansionati a quadri direttivi.

INTESA SANPAOLO: - L'aggiornamento del piano d'impresa 2011/15 prevede la conferma di oltre 4.000 uscite. Un centinaio di dirigenti sono usciti nel 2012, altri usciranno nel 2013.

GRUPPO UBI: l'accordo tra azienda è sindacati prevede oltre 700 uscite.

BNL: L'accordo sul piano industriale 2012/2014 prevede un calo di 1.110 posti di lavoro dal primo gennaio 2012 al 31 dicembre 2014. Un nuovo accordo prevede ulteriori 450 uscite volontarie.

CARIPARMA: - l'accordo sul piano industriale 2011-14 prevede 722 prepensionamenti su base volontaria e incentivata e 100 assunzioni entro il 2015 con contratto di apprendistato professionalizzante.

BANCO POPOLARE: l'intesa per il 2011-13/15 prevedeva la nascita di Banca unica, la soppressione di 140 filiali e 1.120 esuberi gestiti attraverso pensionamenti e prepensionamenti volontari e incentivati. Tra dicembre e gennaio è stato proposto a un trentina di dirigenti di recente nomina di essere degradati al livello di quadro direttivo. BPM: con l'accordo di aggiornamento del piano industriale 2012-15 sono previste nel triennio un totale di 800 uscite volontarie e incentivate.

GRUPPO DELTA: Gli oltre 600 dipendenti dell'azienda in fase di dismissione sono entrati nel fondo emergenziale. BANCA MARCHE: Nell'ultimo piano dell'istituto è previsto il ricorso ad un fondo di solidarietà per anticipare il pensionamento dei lavoratori fino a 5 anni (una misura che potrebbe interessare 300 dipendenti).

 

Fonte Ansa

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