Il funzionamento del modello europeo dell'ultimo decennio sembra totalmente in stallo, ma l'alternativa esiste, i diritti dell'uomo devono essere tutelati con la volontà politica e senza alcuna austerity indotta esclusivamente per campanilismo di parte.
L'errore iniziale dell'Europa aveva sede nelle origini della sua stessa formazione, che non prendeva nemmeno in considerazione l'ipotesi di default di uno Stato membro (un po' come un matrimonio in cui non si contino malattia e povertà, nel quale è legittimo che il coniuge, alla prima influenza dell'altro, cerchi di stare il più lontano possibile per evitare il contagio).
Oggi si sta commettendo l'errore che prende il nome di austerity e che nasce sostanzialmente dall'incapacità tedesca di comprendere la dinamica dei rapporti di reciproca dipendenza tra le economie europee.
Un errore gravissimo, soprattutto considerando che è originato proprio dai principi economici del maggior esportatore europeo (25% del Pil tedesco), che si rivolge per una quota pari al 60% delle proprio esportazioni ai mercati interni all'eurozona.
Il risultato di questo errore è sotto gli occhi di tutti: un lento declino economico che sta portando al ben più rischioso declino del modello di Stato sociale che da sempre costituisce uno dei pilastri fondanti del sistema europeo.
Il capitalismo degenerato in quella cozzaglia di principi astrusi che vediamo negli USA e nell'Euro-zona è giunto definitivamente al termine della sua vita, specialmente se non si rinnova repentinamente alla luce della globalizzazione dei mercati.
Stati e Nazioni non hanno più alcun significato, non esiste la storia, non esistono le identità dei popoli.
Le multinazionali al vertice del sistema usano l'economia del debito, i servizi segreti, gli eserciti, il WTO e la Nato per presidiare e rubare le fonti energetiche e predare le materie prime del pianeta, e tutto ciò in maniera ormai più che evidente, e senza scrupolo alcuno: infatti i morti di fame nel terzo mondo non fanno più neppure cronaca.
Che fare?
Bisogna cambiare questo sistema, uscire dalla quella gabbia psicologica del potere autoritario è assolutamente basilare, perché è in gioco la sopravvivenza dei popoli occidentali stessi.
La crescita della disperazione sociale e dell'incertezza sono la testimonianza concreta di un necessario ed urgente cambiamento radicale.
La povertà della maggioranza della popolazione, le profonde diseguaglianze ed asimmetrie tra i paesi, gli interscambi e le relazioni non paritarie nelle relazioni internazionali, il peso di un debito impossibile da pagare, l'imposizione della politica di risanamento strutturale del FMI, della Banca Mondiale e le rigide regole dell'OMC insidiano le basi del settote politico e di quello sociale.
Gli ostacoli all'accesso all'informazione, come pure l'asservimento dei mass media, la conoscenza e la tecnologia che derivano dagli attuali accordi sulla proprietà intellettuale sono strumenti di guerra psicologica che affliggono il consolidamento di una vera democrazia.
Portogallo, Spagna, Grecia, Italia, Irlanda possono rinfrancarsi da questo sistema e uscire dall'economia del debito imposta dall'euro zona.
Argentina, Ecuador ed Islanda hanno insegnato, in percorsi diversi, come riprendersi la sovranità e la libertà per decidere in autonomia il proprio futuro assicurando una certezza economia alle future generazioni.
Rimanere nell'euro ha un costo elevato. L'esempio visibile si chiama Grecia, e soprattutto l'aumento della disoccupazione, non solo in Italia, ma in tutta l'euro zona.
E' sufficiente leggere il bilancio dello Stato per notare l'immorale interesse ed il ricorso ai mercati per coprire il valore dello scambio titoli nel sistema della moneta debito, una zavorra enorme che impedisce la prevenzione primaria, la manutenzione dei nostri beni, la progettazione di servizi, scuole, ospedali etc.
Uscire dall'euro costa?, ma se chi auspica l'uscita dall'euro fa notare una considerazione semplice ed efficace, cioè col trascorrere del tempo il costo sociale nel rimanere nell'euro è in previsione di molto maggiore di quello dell'uscita.
Ricordiamoci che far parte dell'euro zona impedisce di applicare la nostra Costituzione che impone il controllo del credito, la cancellazione delle diseguaglianze e lo sviluppo degli esseri umani in armonia con la natura.
In sostanza far parte del sistema euro non garantisce i nostri diritti, ma li garantisce solo a chi può sfruttare tale sistema.
L'euro è un sistema che conserva ricchi i paesi "centrali" e mantiene la povertà nei paesi "periferici", insomma è un cancro basato sulla diseguaglianza fra le Nazioni dell'euro-zona, l'opposto dei principi costituzionali.
"UN CRIMINE CONTRO I DIRITTI UMANI" come dice la denuncia di due cittadini tedeschi, contro i massimi esponenti degli autori di questa politica, cioè da Christine Lagarde ad Angela Merkel, da Wolfgang Schäuble a José Barroso passando per Hermann Van Rompuy e dove si sostiene che anche Monti è colluso.
E se fosse la Germania ad uscire dall'euro ?
Sarebbe forse risolto definitivamente il problema dell'euro-zona, e l'Europa potrebbe diventare una vera potenza mondiale?.
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