Raul Bove mi piace 2842 giorni fa
Il sociologo Max Weber definisce la relazione sociale come " il comportamento reciproco di più individui che regolano la loro condotta gli uni in relazione degli altri e si orientano di conseguenza".
La vita è una serie di eventi con rapporti di reciprocità tra l'essere umano ed il suo contorno sociale.
L'uomo non può vivere isolato. Dalla nascita fino alla morte, la sua vita si svolge in un campo sociale sotto forma di coesistenza con gli altri (famiglia, scuola, lavoro matrimonio, ecc.). E stato detto " nessuno è un isola ".
Se chiedete a qualcuno di parlarvi di se stesso, parlerà di tutti tranne che di lui : - mia madre è segretaria, mio padre à rappresentante. Ho due sorelle ed ho studiato nel tal liceo ecc.
Da ciò che vi dice degli altri indovinate i suoi gusti, i suoi desideri e le sue paure.
Egli è sede di relazioni che partono da lui o tendono a lui, e non è un'entità isolata.
Entrare in contatto con i nostri simili, ascoltarli, parlarci è una necessità. Persone che vivono un'esistenza isolata costituiscono eccezioni molto rare ed anormali che confermano la regola.
Per crescere bene, il bambino deve relazionarsi con altri, è la condizio sine qua non per la sua sopravivenza.
Riconoscendo la loro esistenza, il bambino arriva a percepire se stesso in quanto persona indipendente e responsabile.
Adamo non ha potuto considerarsi una persona, un io, finchè Dio non gli ha portato Eva.
Senza relazioni non c'è né essere né divenire; da esse dipende la sopravivenza.
Persone divorziate, celibi o anziane confessano " Muoio di solitudine ".
Il conflitto è una relazione sociale, costituisce una forma particolare di tutta questa rete di relazioni. Secondo Weber, se la relazione sociale è un comportamento reciproco tra più individui, esso può esprimersi sotto forma di intesa e di amore, od al contrario, di disaccordo e di odio.
In un conflitto sono necessariamente implicate due persone, esso è quindi proprio una relazione sociale.
Tutto può diventare oggetto di disaccordo e questo può nascere in una qualunque relazione interpersonale, esso è dunque inerente ad ogni gruppo o sistema sociale, esattamente come lo sono l'intesa e l'armonia.
Il conflitto è un fenomeno inerente ad ogni società o comunità, una componente naturale e normale delle relazioni umane.
I conflitti sono dunque inevitabili.
La nostra esistenza è fatta di molteplici relazioni.
Si vorrebbe vivere in pace con tutti, ma la coesistenza è sempre problematica. Non possiamo vivere da soli, ma ci è difficile vivere insieme." L'uomo cerca l'uomo e lo fugge " Abbiamo bisogno che gli altri ci accettino ma, poichè siamo tutti diversi, inevitabilmente nascono dei contrasti.
Qualunque sia il grado di amore, rispetto, compatibilità, vicinanza tra due persone, ci saranno sempre momenti in cui le loro azioni, i loro bisogni, i loro sentimenti, i loro pensieri si scontreranno. E' impossibile che due individui siano simili a tal punto da pensare, sentire od agire sempre in maniera identica.
Durante la nostra vita ci scontriamo proprio con quelli a cui siamo legati molto strettamente, in famiglia od al lavoro, negli svaghi ecc.
Il conflitto, questa relazione sociale normale ed inevitabile, si manifesta in noi, nel tempo e nello spazio, ci sono sempre state cause di conflitti in tutti i campi.
Se apriamo un libro di storia, notiamo che da sempre la legge della giungla, la legge del più forte è stata la regola, anche se non risolve niente e non genera mai niente di buono.
Nei rapporti tra paesi, molti di loro non hanno saputo risolvere i conflitti pacificamente, lo hanno fatto molto più spesso con la violenza.
Persino nel XX secolo, nonostante una società più tecnologicamente avanzata, non ci sono stati molti progressi nell'arte di vivere gli uni con gli altri.
Si dice che tutti non possono avere diritto a tutto nello stesso momento e quindi questa selezione sociale è eterna.
I conflitti riguardano tutti gli ambiti della vita, poichè le poste in gioco, i motivi, le cause dei conflitti sono molto diversi, nascono situazioni di vario genere tra persone, opinioni, interessi, autorità, necessità, teorie ecc.
Resta il fatto che questo è altamente demenziale per l'umanità tutta, dimostrando che la razionalità umana è succube di interessi economici fin dall'invenzione della moneta che ha schiavizzato non solo l'uomo ma anche il comportamento sociale.
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Commenti
non credo sia la tesi sopra riportata giusta, almeno relativamente alla conflittualità umana, in quanto penso essa nasca esclusivamente dall'rrazionalità che favorisce il sorgere nell'uomo l'irrefrenabile desiderio di affermare il proprio IO, di soddisfare desideri e appagare appetiti spingedolo a compiere azioni di cui molto spesso si pente asserendo "di non voler ciò che accaduto" ed evidenziando che in quei momenti non era "compos sui"
E allora come potremo risolvere i litigi o le incomprensioni nei rapporti sociali
Tornare indietro nel tempo non si può, per ora.