Sbarca al cinema partire dal 4 gennaio "Collateral Beauty", il nuovo film di David Frankel (regista de "Il diavolo veste Prada") che questa volta si confronta con i sentimenti legati alla perdita di una persona cara
Howard (Will Smith) è un pubblicitario devastato dalla morte della piccola figlia. Arrabbiato con il mondo e con il destino scrive tre lettere, rispettivamente al Tempo, alla Morte e all’Amore. Preoccupati per il destino dell’agenzia in cui lavorano con Howard, i suoi colleghi decidono di far interpretare a dei teatranti i ruoli fittizi delle tre divinità, idea che spinge il protagonista a credere di star lentamente impazzendo.
La sceneggiatura di “Collateral Beauty” è l’elemento più evidente del film, dato che molto del tempo sullo schermo è occupato da lunghi e retorici dialoghi. Gli scrittori non si sforzano di mostrare quello che vogliono trasmettere, si limitano a verbalizzare il tutto con una serie di dialoghi dalla scarsa efficacia. Oltre ad essere assolutamente irrealistici e a tratti insopportabilmente melensi, sono difficili da seguire data la loro scarsa capacità di suscitare interesse. Un altro difetto della sceneggiatura è sicuramente quello della totale mancanza di mistero o di fiducia nella capacità cognitiva dello spettatore. Nulla di quello che circonda la narrazione e il suo intreccio è lasciato all’intuito, ogni minimo dettaglio è esplicitato con un dialogo, senza una minima originalità. [La trovata del film è interessante, l’intreccio è ben studiato e per quanto la vicenda si esaurisca in meno di un’ora, funziona e intrattiene. Il problema è che sarebbe risultata sicuramente più accattivante ed efficace se non fosse stata “spoilerata” dai personaggi dall’inizio, se fosse stato lasciato allo spettatore il compito di capire cosa sta realmente accadendo.]
Aperiodico gratuito di socializzazione |
| Contact Us
| Invita i tuoi amici
| RSS:
Blog
| Video
| News
| Links
|
Commenti