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Abodi Presidente Federcalcio, ufficializzata da pochi giorni la candidatura

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Abodi, il candidato presidente della federazione: “Il livello di consenso e reputazione della Figc non è elevato, per questo mi candido”. Sullo sfidante: “Massimo rispetto, ma serve un ulteriore salto di qualità”. I punti principali del programma: “Sviluppo delle infrastrutture e più equità nella distribuzione delle risorse alle società”.

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La corsa alla Figc è entrata più che mai nel vivo. Tra meno di dieci giorni – il 6 marzo – si vota per eleggere il nuovo numero uno del calcio italiano. Il candidato presidente Abodi, che ha appena rinunciato alla conferma a capo della Lega Serie B, conta di recuperare il momentaneo svantaggio di preferenze sul rivale Carlo Tavecchio, attuale capo della Federcalcio, ricandidatosi per un secondo mandato: “Nel massimo rispetto del presidente Tavecchio – ha dichiarato Abodi, ospite del videoforum di Repubblica Tv – penso che il calcio italiano abbia bisogno di un salto di qualità ulteriore”.

Possiamo fare un pronostico?

Il pronostico si sta evolvendo di giorno in giorno, come è normale che sia, io ho ufficializzato da pochi giorni la candidatura ed era una candidatura che non si aspettava nessuno. Devo dire la verità, una candidatura che non mi aspettavo neanche io, perché è nata su dei presupposti che si sono manifestati un po’ nel corso di questi due anni e mezzo ma poi sono esplosi nel mese di dicembre.

Lei si è candidato perché ritiene che Tavecchio non sia adeguato a guidare la Federcalcio? Oppure si è candidato perché pensa che può portare un’innovazione all’interno del Sistema Calcio? Qual è la molla che lo ha spinto a fare questo passo?

Nel massimo rispetto nei confronti di Carlo Tavecchio con il quale ho collaborato lealmente, correttamente e quotidianamente per due anni e mezzo, penso che il calcio abbia bisogno di un salto di qualità ulteriore, abbia bisogno di cambiamento ma non cambiamento a prescindere, cambiamento con delle motivazioni che vorrei spiegare. La cosa più importante per me è avere queste opportunità, per spiegare all’opinione pubblica ma soprattutto a tutti quelli che voteranno lunedì prossimo.

In questa breve “campagna elettorale” lei ha battuto molto sul punto della Trasparenza. Lo ha fatto perché ritiene che in questo momento nella Federcalcio non ci sia trasparenza? E che cosa vuol dire per lei trasparenza dentro la FIGC?

Io ho parlato di … “più libera, trasparente e moderna”. E quel “più” davanti è esemplificativo perché io credo che non sia mai abbastanza la trasparenza. Ce ne vuole sempre di più, perché la gente dal di fuori possa capire cosa succede in quello che viene chiamato comunemente “Il Palazzo” e se noi andiamo ad interrogare l’opinione pubblica, credo che il livello di consenso e di reputazione non sia elevatissimo, e questo è uno dei motivi per i quali sono sceso in campo.

Concretamente in che senso la sua gestione sarà più trasparente?

Io l’ho dimostrato un po’ anche nella gestione della nostra Lega. La gente può guardare dentro la nostra componente… anzi – devo dire la verità- la nostra Lega è tra la gente. Sappiamo ascoltare, sappiamo rispondere… tutto quello che riguarda le decisioni, credo che debbano essere comprensibili, le norme, la giustizia sportiva, le tempistiche della sua applicazione … Io credo che il calcio possa tornare ad essere quello che è sempre stato, in parte, il grande fenomeno popolare, se riesce ad entrare in sintonia un po’ con l’opinione pubblica. E questo è il lavoro che vorrei fare così come l’ho fatto nei sei anni e mezzo di Lega Nazionale Professionisti B…”

Fonte: Repubblica.it

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