Equitalia, la Procura di Salerno accusa: “Sugli interessi applica tassi usurai“.
La contestazione, spiega Gaetano de Stefano su La Città di Salerno, arriva nell’ambito di un’inchiesta basata sul ricorso presentato da un commercialista, Giovanni Monetti, che ha impugnato per conto di un cliente il “preavviso di iscrizione ipotecaria” sulla casa principale per omessa notifica degli atti prodromici: in altre parole, nei confronti del cliente del commercialista era stata avviata una procedura ipotecaria senza che le cartelle di pagamento fossero mai state notificate.
Per questo motivo il debito del cliente è stato annullato ed Equitalia è stata condannata al pagamento delle spese di lite e del rimborso del 15 per cento della cifra totale. Ma il caso di Monetti è solo una parte della questione. La novità sostanziale, scrive de Stefano su La Città di Salerno, è il coinvolgimento della Procura, che ha già avuto mandato, lo scorso anno, e sempre a Salerno, in virtù di un altro ricorso presentato sempre da Monetti, per accertare l’esistenza o meno di tassi usurai applicati dalla società. La sentenza in questione, che è stata la prima in Italia, è del 28 aprile 2015 e, molto presumibilmente, in Procura dovrebbe esserci già un faldone d’indagine, a cui adesso si va ad aggiungere quest’altra sollecitazione.
Dunque l’inchiesta su Equitalia, che è di “proprietà” per il 51 per cento, dell’Agenzia delle Entrate e per il restante 49 per cento dell’Inps, s’allarga. L’accertamento di merito, chiesto dallo stesso commercialista serve per verificare se “gli interessi e l’aggio (ossia gli oneri di riscossione) superino o meno la soglia d’usura”. Che, è bene ricordarlo, è fissata al 18 per cento annuo dalla normativa vigente. Un limite che, tuttavia, sarebbe ampiamente superato dagli interessi chiesti da Equitalia, che in base ai calcoli, applicherebbe un tasso pari al 47,87 annuo.
Scendendo nello specifico dell’ultimo ricorso presentato, basta fare due conti per rendersi conto come la somma dovuta sia quasi raddoppiata: il debito originario, relativo per la maggior parte degli importi non pagati ad utenze domestiche, è salito dai 47mila euro iniziali a più di 62mila euro. E, dunque, ben oltre l’asticella fissata dalle leggi attuali, oltre la quale si sfora inesorabilmente nei tassi usurai.
E la vicenda non finisce qui.
Perché ad Equitalia viene anche contestata un’altra cosa: la società continuerebbe imperterrita a chiedere indiscriminatamente l’aggio esattoriale, nonostante la Commissione tributaria di Milano abbia stabilito come non sia sempre dovuto. E stabilito, altresì, che quando per il pagamento non esista insolvenza del creditore, o effettivo pericolo per la riscossione, non si possa giustificare il pagamento dell’aggio in favore del concessionario della riscossione.
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