ROMA.
Il fare sospetto di Equitalia, cioè inviare a distanza di anni cartelle corpose e assemblate con i più svariati tributi pur di accrescere gli interessi e quindi il guadagno, subisce una battuta d’arresto da parte della Suprema Corte. Perché è giusto difendere la prescrizione dei debiti?
”Perché altrimenti il tasso di interesse arriverebbe a divorare il capitale, inteso come reddito, del contribuente”.
”Alle spalle, o meglio sulla coscienza, abbiamo migliaia di contribuenti a cui è stato tolto tutto, anche l’unico tetto sulla testa, nel nome di una ferocissima campagna anti-evasione che ha avuto un solo nemico nel mirino, il piccolo: imprenditore, commerciante, pensionato e lavoratore dipendente. La Suprema Corte con una recentissima sentenza dichiara scadute le cartelle Equitalia ogni 5 o 10 anni a seconda del tributo. Un conto alla rovescia che parte dalla notifica della cartella.Perchè Equitalia non tiene conto della Legge ma continua ad intimidire il contribuente?
”Ogni Commissione Tributaria emette dispositivi pro o contro il contribuente a seconda del singolo modo di interpretare la legge, c’è chi sposa la testi della – scadenza – delle cartelle esattoriali e chi sposa la tesi portata avanti da Equitalia, – un debito è sempre esigibile –. Il problema è un altro; un debito potrebbe essere eterno se non subisse nessun incremento, come la mora e i tassi di interesse, perchè prima o poi un contribuente potrebbe riuscire ad estinguerlo senza finire sul lastrico o vedersi portar via ogni cosa che possiede”.
La legge dei grandi numeri ha una grande sostenitrice, Equitalia. Perseguitare un grande evasore non conviene, perchè dispone di una serie di accaniti avvocati, perché ha amici che hanno amici, perché ottiene la possibilità di patteggiare. Il piccolo non ha questi mezzi: ”piccole somme capaci di crescere a dismisura, per questo i termini per la prescrizione sono fondamentali, perché impediscono di strozzare il contribuente”.
Il 90,2% delle azioni mosse da Equitalia riguarda i – piccoli – per importi che vanno da 500 euro a 50 mila. Secondo i dati del Centro Studi Anticrisidipartimento di Federcontribuenti, su 80 mila iscritti alla associazione, in 44 mila hanno avuto problemi con le cartelle per importi all’origine ridicoli. ”Molti si chiederanno perchè non sono stati pagati questi debiti se considerati – ridicoli -, perchè spesso a casa del contribuente non arriva la cedola per il pagamento dei rifiuti o per una multa stradale che si accumulano, perchè si è cambiato residenza o perchè al momento semplicemente non si poteva pagare. Perché invece non chiedersi, viceversa, come mai piccoli debiti vengono notificati a distanza anche di 10 anni?”.
Torniamo alla recentissima sentenza della Cassazione: ”… la Commissione di primo grado aveva accolto il ricorso del contribuente sul presupposto che fosse intervenuta la prescrizione quinquennale (ex art.2948 cod civ). Secondo la ricorrente, ( Equitalia ) – a tutto voler concedere -, le cartelle esattoriali risultavano tempestivamente notificate, “entro il termine di prescrizione breve”. Premesso che la parte ricorrente ha dato generico conto della sequenza temporale delleintervenute notificazioni delle cartelle di pagamento, l’applicabilità del termine diprescrizione ordinaria, è riferibile a titoli di accertamento – condanna (amministrativi o giudiziari) divenuti definitivi, non invece a cartelle esattive che non possono considerarsi rette dall’irretrattabilità e definitività del titolo di accertamento, per poter postulare l’applicabilità alla specie di causa del termine di prescrizione decennale – la parte ricorrente avrebbe dovuto indicare l’esistenza di un titolo definitivo a pretendere, antecedente all’emissione delle cartelle, di cui non è stata fatta menzione alcuna. La Corte rigetta il ricorso. Nulla sulle spese”.
Conclude il presidente di Federcontribuenti, Marco Paccagnella:
«Il Mef, come il parlamento, come ogni deputato è a conoscenza del cattivo modo di agire di Equitalia perché è proprio il governo con le sue mancate leggi, riforme e attenzioni apermettere il lucro a danno delle fasce deboli. Si è fatto qualche misero passo in avanti, ma troppe restano le anomalie come i cavilli legali che permettono ad Equitalia di mantenere il primato di peggior incubo dei contribuenti italiani»
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