La concessionaria Rai è tra le 3 grandi con un fatturato costante, nonostante il mercato sfavorevole. Ma la vera novità è nello share, sempre più parcellizzato, ma la RAI è sempre in testa.
Dopo i risultati record di audience che premiano la fiducia degli inserzionisti Rai in occasione del Festival di Sanremo, è tempo di bilanci.
La classifica della raccolta pubblicitaria è turbata da tempo dal web, che insidia il primo posto con volumi presunti difficili da verificare, ma anche da scalfire.
Le concessionarie, ormai da anni, fanno i conti con una realtà aggressiva che non dà i dati né di fatturato né di audience…Google.
La risposta di Fabrizio Piscopo, amministratore delegato di Rai pubblicità è nell’offerta sempre più segmentata nei contenuti e nell’innovazione, anche sullo stesso terreno di gioco del player di Mountain View.
“I volumi della raccolta pubblicitaria vedono sempre in vantaggio Publitalia che viaggia intorno al miliardo e ottocentomila euro circa. Poi c’è la grande sorpresa “semi occulta” di Google: non ha un valore ufficiale, ma la stima media è intorno al miliardo e mezzo; possiamo quindi dire che la seconda grande concessionaria italiana è Google. Al terzo posto ci siamo noi di Rai Pubblicità, con i nostri 800 milioni che rimangono costanti nel tempo e poi seguono tutte le altre concessionarie: presumo che SKY abbia intorno ai 380-400 milioni di raccolta pubblicitaria, la7 e Discovery sono sui 160 Milioni, poi tutte le altre TV minori su volumi diversi.”
Fabrizio Piscopo continua: “Il fenomeno più importante riguarda lo share: Rai è sempre leader con il 37/38% segue Mediaset con 32%, poi Discovery che ha finalmente raggiunto il 7% superando SKY che viaggia all’incirca intorno al 6% e Cairo saldo sul 4%. Questo, diciamo, è lo share principale di spettatori in Italia ma un fenomeno molto importante è quello delle cosiddette “Altre TV” che sono decine di TV le quali messe tutte insieme valgono circa 6 punti di share, rappresentando anche un enorme fonte di dispersione per la raccolta pubblicitaria.”
Per anni, contro ogni logica, agli ascolti non sono corrisposti risultati di raccolta.
Con questi numeri, la RAI ha un ruolo costante di protagonista sul mercato e il lavoro quotidiano di Fabrizio Piscopo consiste nel rompere la stasi che blocca la raccolta su rendite di posizione e nel dare alla tv un valore coerente alla share audience che rappresenta.
Fonte: Marketing Informatico
Maria Chiara Turino
Ufficio Stampa Marketing Informatico
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