"Una foto da normale ce l'avete? Perché non ne avete mai messe...".
Inizia con una battuta velenosa l'attesissima ospitata di Beppe Grillo nel salotto di Bruno Vespa a Porta a porta. Circondato da decine di fotografi, il leader del Movimento 5 Stelle ha fatto subito intuire che sarà una notte di scintille. Dopo il Tg1 Flash, via all'intervista davanti al tanto annunciato "plastico" dei palazzi del potere romani. Plastico che nel pomeriggio aveva creato un caso diplomatico tra Pd e Rai. In realtà, il plastico è quello di "Un castello con un carcere", come spiega lo stesso Grillo prima della trasmissione.
Grillo padrone di casa - "E' dal 1993 che non vengo in uno studio in diretta. Sono commosso". Grillo è padrone della scena (nel backstage Vespa si è scattato un selfie insieme al leader più mediatico in circolazione...), cammina, è malizioso: "Il pubblico è sempre lo stesso, pagato per sorridere ma non può intervenire. E' la metafora dell'Italia. Sono tutti pagati, danno 80 euro anche a voi?". Il suo è subito un comizio: "Son qua per una mossa politica, non sono un bravo ragazzo ma non sono come mi dipingono. Io risulto uno che grida, è vero, sono arrabbiato, a volte esagero, ma è una rabbia che ha unito in un bel sogno 10 milioni di italiani. Non siamo andati in piazza a sfasciare vetrine o a prenderci a mazzate con i poliziotti". Vespa lo incalza subito: "Lei grida, ha anche parlato di lupara bianca...". "E' un gergo giornalistico. Scomparirà anche Renzi, come Monti e Letta".
"Vogliamo il voto anticipato" - Le critiche a governo e bonus Irpef ("Gli 80 euro sono la depravazione del voto di scambio") sono quelle risapute, così come l'obiettivo: "Governare". "Con chi andrete governare?", domanda Vespa. "Con gli italiani - è la risposta, anzi la scorciatoia di Grillo -. Non ne facciamo alleanze, devono andare a casa tutti. Questo Paese è stato governato da criminali. Destra e sinistra si sono spartiti il Paese". "Ma non riuscirai mai ad arrivare al 51%", è l'obiezione del conduttore. "Chissenefrega del 51%, vogliamo andare a votare, c'è già una legge elettorale. Il nostro obiettivo è far andare a casa questo governo, far dimettere il premier. Se prendiamo la maggioranza alle europee, devono andare a casa". "Io non sono Hitler, non sono Stalin. In Europa vanno avanti i fascisti, in Ungheria, in Francia, in Finlandia. Se qui non c'è il fascismo è merito nostro". E poi la provocazione a Vespa: "Il fascismo lo hanno inventato gli italiani. Lo sai no? L'ha inventato tuo papà...". E Bruno la prende sul ridere: la battuta su Vespa figlio segreto di Mussolini è da tempo una leggenda metropolitana del web, e come tale fa parte del patrimonio grillino.
"Beppe, sei come Alfano" - Capitolo immigrati: "Voglio meno cuore e più intelligenza". "Ma che faresti per non farli annegare?". "Abbiamo i satelliti per vedere quando partono. E poi chi ci guadagna? Chi paga? Due-tremila euro, dove li trovano?", la risposta di Beppe è piuttosto evasiva. "Non è un problema italiano, ma europeo". "Ma la pensi come Alfano, allora...". "Può darsi", è la replica un po' imbarazzata di un Grillo evidentemente in difficoltà sulla questione.
Il politometro - "Il 25 maggio è un voto politico. O noi o loro - prosegue Grillo -. E prima di mandarli a casa, gli controlleremo i soldi. Loro ci mettono il redditometro e noi abbiamo il politometro. Ce l'abbiamo già pronto, incroceremo dieci dati... E verificheremo cosa si sono tenuti in tasca, come hanno speso i nostri soldi...".
"Vince" Vespa, a Grillo i voti - Grillo non può rispondere. E alla fine, dopo un'ora scarsa d'intervista, il congedo è bellicoso: "Vi do appuntamento il 23 in piazza San Giovanni: lì vedremo se perdiamo le elezioni, vieni a fare un bagno di umiltà, vediamo come ti accolgono", è la sfida finale a un divertito Vespa. L'impressione è che nella sostanza il leader del Movimento 5 Stelle abbia fatto una figura non esaltante, con tutto il suo carico di contraddizioni e balbettii. I più clamorosi sull'euro e la strategia da tenere. Quando ribadisce di voler indire un referendum, Vespa ci mette un secondo a far crollare il castello di carte: "Non puoi continuare a ingannare la gente dicendo che basta un referendum per uscire dall'euro...". Vero, ma a 5 giorni dal voto, di fronte a un elettorato sempre più arrabbiato e deluso, potrebbe essere un dettaglio di poco conto.
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