Il decreto legislativo 69/2013 – meglio conosciuto come “il decreto del fare” – introdotto l’estate scorsa ha avviato una serie di garanzie a favore del contribuente, tra cui l’impossibilità da parte di Equitalia di pignorare la prima casa, nel caso in cui l’unico immobile di proprietà del debitore sia adibito ad abitazione principale. Un tipo di tutela che però si applica soltanto se le cartelle esattoriali sono state emesse dopo il 22 giugno 2013. Un giorno prima e la propria casa potrebbe comunque finire tra le grinfie dell’Agenzia delle Entrate.
A precisarlo lo stesso Ministero dell’Economia e delle Finanze che, in risposta a un’interrogazione dell’onorevole Paglia di Sel, parla della mancanza di «alcuna deroga al principio dell’irretroattività». Specifica inoltre che il decreto legislativo «non ha introdotto un divieto assoluto e generalizzato di promuovere l’azione esecutiva in presenza dell’unico immobile di proprietà del debitore adibito ad uso abitativo. Il divieto di azione è esclusivo nei confronti dell’agente della riscossione, lasciando, a quest’ultimo, la facoltà di intervenire sempre e, comunque, nell’azione esecutiva promossa da altro creditore». Il governo ha così restituito ad Equitalia la possibilità di privare i creditori della loro prima dimora, annullando la sospensione dell’ espropriazioni immobiliari, annunciata dalla stessa Agenzia delle Entrate in una nota del primo luglio 2013.
Così oltre ad essere autorizzata al pignoramento per i debiti precedenti al 22 giugno, Equitalia può “inserirsi” nel caso in cui fosse un altro organo – come una banca – a muoversi verso un esproprio in caso di mancato pagamento. Una presa di posizione da parte del Mef che si pone in netto contrasto con le intenzioni mostrate dal premier Matteo Renzi gli scorsi mesi, che miravano ad unindebolimento dell’organo di riscossione. La risposta del Ministero non solo ha restituito all’agenzia di Attilio Befera la possibilità di fare leva “sul passato” ma ha anche offerto ad Equitalia un modo per procedere coll’esproprio nonostante il decreto del fare sia ormai legge ordinaria.
Piuttosto che diminuirne il potere e l’influenza sui cittadini pare che il governo Renzi stia offrendo ad Equitalia una nuova supremazia. Alla luce dell’ultimo “attentato” al contribuente non si può che riproporre le parole pronunciate il due maggio scorso dal Cav. «Oggi sono profondamente convinto che la cosa migliore da fare sia eliminare, chiudere Equitalia totalmente». Ché neanche un decreto legge può impedire che la propria dimora venga portata via da un giorno all’altro.
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