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Licenziato perchè denuncia gli illeciti della banca in cui lavora.

enrico ceci bancario licenziato

Ha messo a rischio la sua carriere per denunciare le storture bancarie. Enrico Ceci ha 26 anni ed ha avuto il coraggio di portare a galla la falla di informatica, che permetteva di occultare valuta estera. Per questo è stato licenziato dalla banca in cui lavorava. Ma anche nella nuova sede di lavoro sostiene di essersi imbattuto in numerosi illeciti e per la seconda volta ha deciso di denunciare, mettendo a rischio ancora il suo posto di lavoro ed il suo futuro. Ecco cosa racconta: “Sono stato utilizzato fin da subito come cassiere.

Dopo avere inutilmente informato i manager a proposito degli illeciti che venivano commessi nella filiale di Parma, ho attivato una procedura di escalation. In poche parole, ho informato per iscritto il vertice aziendale nonché i tre membri del collegio sindacale. Nel 2011, alla presenza di due miei procuratori, ho incontrato tre dei sei dirigenti apicali della banca informandoli nuovamente della grave situazione in cui versava la filiale di Parma. Le mie azioni non hanno prodotto alcun risultato così mi sono trovato costretto a presentare una denuncia penale alla procura di Parma.

Ad un certo punto, a seguito dell’ astensione del procuratore capo di Parma, l’indagine è passata in gestione alla procura di Ancona dove sono stati aperti vari fascicoli per riciclaggio, diffamazione, usura, vendita di prodotti industriali con segni mendaci, maltrattamenti in famiglia. L’indagine è stata spezzettata: ritengo che questo modo di agire abbia favorito e favorisca esclusivamente la banca e non certo il perseguimento della giustizia”. Ovviamente la sua denuncia ha portato serie conseguenze al suo lavoro: “Prima è stato creato un clima ostile nei miei confronti, mettendomi in difficoltà con i colleghi che mi hanno percepito come una vera e propria minaccia.

Hanno tentato in tutti i modi di farmi compiere degli errori. Poi mi hanno tenuto lontano dalla filiale di Parma prendendosi tutto il tempo necessario per costruire a tavolino le false contestazioni da utilizzare per il licenziamento, che è arrivato a maggio 2011 ho tramite la raccomandata della banca che mi comminava il primo licenziamento. Mi hanno attribuito manchevolezze in realtà inesistenti. Sono riuscito a dimostrare la falsità di tutto quanto contestato dalla banca solo perché ad un certo punto ho cominciato a registrare fonograficamente quello che accadeva durante le mie giornate lavorative in filiale. Il tribunale di Parma  ha dichiarato, a seguito del mio ricorso, l’illegittimità del primo licenziamento intimato”.

Enrico Ceci torna, quindi al lavoro in banca, ma in condizioni pessime: “Sono stato messo in un ufficio da solo, separato fisicamente dagli altri colleghi e dai clienti attraverso una porta che veniva continuamente chiusa. Mi sono ritrovato scollegato dalla totalità dei sistemi informatici aziendali. Mi hanno poi licenziato nell’aprile del 2012 per un’intervista che ho rilasciato, ma l’assurdo è che quando l’ho fatto, ero già stato licenziato da due settimane. Non mi fido né della procura di Ancona, né del tribunale di Forlì. La magistratura in Italia non tratta allo stesso modo il comune cittadino e la banca. Porterò dunque il mio caso a Strasburgo”.

Fonte: www.signoraggio.it

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