Utilizzare per titolo parte di un sonetto di Cecco Angiolieri, oltretutto riadattato, potrebbe sembrare un'eresia agli occhi degli amanti della letteratura, in questo caso giocosa, ma non riuscivo a trovare un modo simpatico e allo stesso tempo realistico per definire quello che è diventato Diablo con la sua terza incarnazione.
Le recensioni di riviste e portali lo hanno definito un capolavoro, degno erede dei precedenti due capitoli, per non parlare dell'espansione Lord of Destruction, eppure qualcosa non mi quadra, e non quadra neppure a molti giocatori che hanno giocato, se non consumato, le proprie copie di Diablo I e Diablo II.
Aperiodico gratuito di socializzazione |
| Contact Us
| Invita i tuoi amici
| RSS:
Blog
| Video
| News
| Links
|
Commenti