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Bossi piange: scusate per i miei figli

Parla di complotto ma chiede perdono, il vecchio Capo. «I danni sono stati fatti da quelli che portano il mio cognome. Mi spiace enormemente, scusate. Ma i miei figli li ho rovinati io, perché li ho fatti entrare nella Lega invece di tenerli lontani come ha fatto Berlusconi con i suoi».

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Umberto Bossi al fianco di Roberto Maroni, sul palco della kermesse di Bergamo, parla direttamente al popolo leghista furibondo per le inchieste e smarrito sul proprio futuro, e non rinuncia alla tesi del complotto: «Belsito è stato infilato dall’intelligence». Dice il Senatùr in quello che sembra un siluro all’ex titolare del Viminale, Bobo Maroni, ma subito dopo chiarisce: «I servizi fanno capo a palazzo Chigi non al ministero dell’Interno».

Bossi non parla di Rosi Mauro, la vice presidente del Senato, accusata di aver speso i soldi della Lega per sue esigenze personali. Ma difende a spada tratta la moglie, Manuela Marrone, sospettata di aver usato i rimborsi elettorali per la sua scuola, la Bosina. "Addirittura si 'e detto che mia moglie fa le messe nere: poveraccia, lei insegna, questa e' pura persecuzione".

«Pulizia» è l’urlo che occupa lo spazio immenso della Fiera di Bergamo. Maroni l’ha lanciato per primo, e ora lo ripete sul palco a cui accede con i paramenti del nuovo sacerdote padano, brandendo una ramazza come le migliaia di furenti lumbard ai suoi piedi. «Basta cerchi magici», tuona davanti alla platea verdeggiante, dettando tre nuove regole per il codice morale della ripartenza: «Soldi alle sezioni non in Culonia, meritocrazia e largo ai giovani»

 

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