Machu Picchu è la più misteriosa fra le città dell'America precolombiana; situata su una cresta tumultuosa del rio Urubamba che scorre, 600 metri più in basso, tra le pareti di una stretta gola.
La civiltà peruviana risale al 2500 a.C., gli incas stessi compaiono sulla scena nell'ottocento a.C..
Fu solo nel XV secolo che il nono re inca, Pachacutec, e suo figlio Tupac Yupanqui, conquistarono un impero che si estendeva per più di tre milioni di chilometri quadrati, partendo dal sud-ovest della Colombia, arrivando fino al centro del Cile e a nord-ovest dell'Argentina e la cui capitale, Cuzco, si trovava nel cuore del territorio.
Abilissimi agricoltori, gli Incas furono anche ottimi tessitori, ceramisti, matematici ed ingegneri.
La loro rete stradale era talmente perfetta che il pesce pescato nel Pacifico, trasportato attraverso montagne alte talvolta anche 4.000 metri, arrivava fresco sulla tavola del re.
Ponti sospesi scavalcavano i torrenti ed imponenti fortezze facevano corona ai picchi dei monti.
Questo popolo non conosceva la scrittura, ma riusciva a far di conto alla perfezione grazie ad un pacchetto di cordicellevariamente annodate, il quipu.
Non conoscevano il ferro, nè l'arco nè la carrucola, nè la ruota; tuttavia i colossali monoliti degli Incas si stagliavano contro il cielo, indifferenti ai terremoti.
Come facevano a trasportare queste enormi pietre dalle cave, a volte distanti più di 25 chilometri, superando montagne con pareti quasi verticali?
A Sacsahuaman, l'immensa fortezza vicina a Cuzco, il masso più grande pesa più di 300 tonellate ed è alto circa otto metri.
Nel XVI secolo i conquistadores spagnoli dopo aver ucciso l'imperatore Atahualpa e cosi via fino all'ultimo imperatoreTupac Amaru per portare via l'oro distrussero tutte le città incaiche e costruirono sulle rovine chiese cattoliche.
Una sola città restò inviolata, così sacra che a nessun conquistadores fu permesso di vederla o di udirne parlare.
Dopo la morte dei suoi abitanti, la città venne lentamente sommersa dalla giungla e così rimase finchè nel luglio del 1911 fu scoperta dall'esploratore americano Hiram Bingham e la chiamò semplicmente Machu Picchu ( la vecchia montagna ), dal nome del grande picco grigio che a sud la domina.
Per raggiungere Machu Picchu rapidamente prendete l'aereo che porta da Lima a Cuzco.
Dopo un'ora e mezza di volo, quando scendete dall'aereo, vi trovate a 3400 metri d'altezza... e comminciate a boccheggiare.
Sono forse l'altezza e la purezza dell'aria che rendono così bella questa città, capitale archeologica dell'America meridionale ( 250.000 abitanti ) con i suoi tetti di tegole ed i suoi portici spagnoli.
Da Cuzco poi si prende l'autocarril, o una vecchia cremagliera che porta anch'essa a Machu Picchu, sbuffando e zigzagando.
Le parole non sanno esprimere il magnetismo di queste altitudini, fatto di un flusso pulsante di calore e di luce.
La Torre Militare, con il suo muro curvo che segue l'andamento della roccia, la Meridiana, il Palo a cui legare il sole dove ad ogni solstizio d'inverno i sacerdoti incas legavano l'astro per poterlo tirare verso il sud e farlo in tal modo tornare a risplendere.
Tagliata in una sola pietra, la Meridiana ha bordi affilati come rasoi che indicano con la precisione di una bussola i quattro punti cardinali.
A Machu Picchu piove spesso, una pioggia sottile che si tramuta subito in un diluvio e rapidamente come è venuta si trasforma in una foschia che avvolge tutta la città; quasi, forse, per proteggerla ancora da occhi indiscreti.
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