La manciata di riso che gettiamo ad una coppia di sposi per augurare loro fortuna è uno degli alimenti più importanti del mondo. Oltre a sfamare più della metà della popolazione mondiale, ed essere relativamente economico è molto nutriente, quei chicchi bianchi aggiungono sapore ad un gran numero di vivande.
Il riso può trasformare infatti un semplice stufato in un piatto d'alta cucina ed è impiegato nella preparazione di squisiti antipasti, minestre asciutte od in brodo, insalate, contorni, piatti forti, budini, dolci o altri desert.
Per non parlare del fatto che dal riso si possono anche ricavare delle bevande alcooliche capaci di far addiritura concorrenza al vino od alla birra: celebre in tutto il mondo è il sakè, da secoli considerato la bevanda nazionale dei giapponesi.
Ma che cosa è questo saporito e versatile cereale?
Il riso ( Oryza sativa ) appartiene alla famiglia delle graminacee. Ha un fusto sottile, alto da 60 a 120 centimetri e, sebbene la qualità migliore sia quella coltivata in acqua nelle regioni tropicali o subtropicali, è prodotto con buoni risultati anche nella provincia cinese di Heilungchiang, situata a 50 gradi a nord dell'equatore, e nel Nuovo Galles del Sud, in Australia , a 35 gradi a sud della linea equatoriale.
Il riso è originario dell'Asia sud-orientale, dove è coltivato da tempi antichissimi: scavi compiuti in Cina all'inizio degli anni settanta hanno portato alla luce riso che risaliva a 7.000 anni fa.
Altri storici sostengono che ebbe origine in India da una pianta selvatica, la neevara.
In India è stato rinvenuto riso che risale al 5.000 a.C. e nella thainlandia settentrionale è stato trovato riso coltivato nel 4.000 a.C.
La prima conoscenza del riso in occidente pare si sia avuta durante le conquiste di Alessandro Magno nella valle dell'Indo.
In Asia il riso è sempre stato considerato qualcosa di più di un semplice alimento.
A Giava dove è considerato dono della Dea Dewi Sri, la gente crede che il riso abbia un'anima e che gli si possa parlare come a una persona di famiglia. L'usanza di gettare riso agli sposi ebbe origine in Cina o in India, come rito di fecondità per assicurare alle giovani coppie molti figli ed abbondanti raccolti.
In primavera, attraversando le campagne circostanti Vercelli o Novara, si ha quasi l'impressione di trovarsi al mare.
Dei circa 180.000 ettari coltivati a riso in Italia ben 100.000 si trovano infatti in questa zona del Piemonte, mentre il resto risulta variamente distribuito fra Lombardia, Veneto, Emilia Romagna, Sardegna e Toscana. Quasi del tutto assente è la risicoltura al sud della penisola.
Figura tipica delle risaie del secolo scorso, e per buona parte dell'attuale, era quella della mondina, i piedi e le mani nell'acqua, la schiena piegata in due, condannata a passare lunghe ore della giornata ad estirpare le erbacce che infestavano il riso amaro. Oggi tutto il processo viene eseguito con macchine e mezzi chimici.
Il prodotto di queste aziende - le varietà coltivate superano la trentina, con la Lido ( semifino ) al primo posto, seguito dalla Balilla ( comune ) e dall'Arborio ( superfino ) - ammonta a circa 10 milioni di quintali all'anno, di cui solo una parte è sorbita dal mercato interno: il 60% della produzione si dirige infatti nei mercati della CEE e del Medio Oriente.
Ogni chilo di riso brillato triplica con la cottura il suo volume, fornendo così una trentina di porzioni.
Il riso crudo non richiede refrigerazione, si conserva quasi indefinitivamente, non si altera, non perde peso nè valore nutritivo
Sebbene il riso sia fondamentalmente un carboidrato complesso, la sua proteina contiene tutti e otto gli aminoacidiessenziali e integra gli aminoacidi che si trovano in molti altri alimenti.
Povero di sodio e di grassi, privo di colesterolo e di glutine, è una manna per chi teme d'ingrassare e per chi è allergico ad altri cereali. Per di più, è povero di fibre e facilmente digeribile. Ecco perchè gli esperti di dietetica attribuiscono tanta importanza a questo alimento.
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