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I documentari USA che riescono a superare l'oceano per essere proiettati sui grandi schermi europei non sono soltanto quelli marchiati Michael Moore, il nome di Morgan Spurlock dovrebbe ricordarvi quello sconosciuto che in un poster si ingozzava di patatine fritte; quello era " Super Size Me ", pellicola che metteva in luce gli effetti collaterali dei fast food americani che hanno globalizzato l'intero mondo, capace di farci passare per un bel pò la voglia di junk food  ( cibo spazzatura ).

Da quel momento Spurlock è diventato uno dei volti più conosciuti della TV americana con programmi in cui si è messo costantemente alla prova con bizzarre scommesse come condurre la vita di un musulmano per trenta giorni o passare un mese in prigione.

Spurlock ora sta cercando di girare un nuovo film " Che fine ha fatto Osama Bin Laden? "
Sono 9 anni che l'immagine del numero uno dei ricercati ha invaso la nostra quotidianità, ma al simpatico Spurlock non interessa davvero trovare il nemico della società occidentale, si domandava: perchè non lo hanno preso?, dove diavolo è? ed ha deciso di rispondere a queste domande

Spurlock incomminciò ad andare in giro per tutto il medioriente fino alle caverne di Tora Bora in Afganistan per poi ritrovarsi nel bel mezzo di un conflitto a fuoco dei talebani. Mentre lui continuava la sua ricerca la moglie dall'altra parte stava per far nascere un bambino, ed ecco che a quel punto qualcosa è cambiato, non si trattava più di Bin Laden, ma del mondo in cui avrebbe fatto vivere suo figlio. E' tornato a casa con novecento ore di film girato ed altre cento di filmati di archivio, alla fine ha ridotto tutto a novanta minuti.

L'importante era filmare la maggior parte di quella gente, persone che anche loro vogliono pace e sicurezza. Vogliono un rifugio dove possono essere salvi e possono badare alle loro famiglie e lavorare. Proprio le stese cose di cui noi ci preocupiamo. Si tratta di qualcosa che condividiamo perfettamente ma che non vediamo mai sui media.

In ultima analisi se Osama Bin Laden fosse catturato sarebbe soltanto l'arresto di una persona che ha messo in ginocchio il mondo islamico con il suo comportamento.

Sono sicuro che non esiste islamico che non rifiuta l'operato di Osama Bin Laden, anche se in pubblico dichiarano l'opposto. 
Un episodio simbolico in cui si rispecchiano le problematiche sociali ed esistenziali legate alla condizione degli immigrati, è la celebre testata data dal calciatore Zinedine Zidane all'italiano Marco Materazzi nella finale di Coppa del Mondo del 2006. Un fatto rimasto nella storia del calcio, che ha suscitato commenti e valutazioni discordanti alimentando per molto tempo interesse ed attenzione da parte di numerosi soggetti ed interlocutori.

Nell'ambito sportivo ed in quello culturale dei soggetti coinvolti anche qui si è verificato un riscontro mediatico di base.
Credo che tutti i francesi abbiano enfatizzato quella testata rifiutando un risultato positivo che li avrebbe, forse anche a merito, collocati sul podio della Coppa del Mondo 2006.

In questa Coppa del Mondo 2010, l'Italia, una delle squadre che ha fatto storia da sempre nel mondo calcistico, è stata eliminata nei quarti di finale. Il tifo italiano anche se animato da ottime intenzioni, era spento, gli italiani stessi si sentivano non più la nazione che hanno sempre creduto di essere, ma una nazione del terzo mondo e credo che questo sia dovuto ai recenti fatti politici.

Il Governo che non sa, o non vuole, destreggiarsi sui problemi della nazione e nonostante gli attacchi della opposizione, infine un bel nulla di fatto. L'Italia continua ad essere un paese senza futuro perchè anche i giornalisti invence di riportare la verità continuano a promuovere notizie fuorvianti, che hanno demotivato la popolazione nel sostenere psicologicamente la propria squadra.

Un paese non è solo fatto di territorio, confini ecc, sono sempre e solo i cittadini che creano la nazione intesa come patria; non i Parlamentari o gli Industriali, che dir si voglia, perchè questi sono mossi solo da interessi personali ed economici.