Dimenticatevi i luoghi comuni su Cuba. Questo è un viaggio nella cultura della più grande isola Caraibica e per cultura si intende nella forma più ampia del termine.
Musica, danza, letteratura, cinema e teatro possono conquistare come e più dei sigari e del rum, del mare e delle belle donne.
Quì più che altrove, l'espressione artistica è un modo per evadere, per esplorare territori che altrimenti sarebbero proibiti.
Basta passeggiare la notte sul malecon, il lunghissimo lungomare dell'Avana, per avere una dimostrazione pratica di quanto, soprattutto per i giovani, sia importante esprimersi attraverso qualsiasi forma artistica.
Quì si suona, si danza, si canta, si balla e si recita fino al mattino. E' una esplosione di note e colori che cattura, che amalia ed affascina.
I ritmi della culrtura popolare scandiscono le ore. Come acade nel Calejon de Hamel, un budello lungo e stretto cheSalvador Escalona, artista conosciuto anche al di fuori dei confini cubani, ha rivitalizzato con i suoi murales dedicati ai rituali plastici, alle cerimonie ed alle pitture corporali più primitive dell'uomo africano.
Qui per tre ore rivive la festa popolare della rumba, antica danza afrocubana.
La musica ipnotizza come le coppie di ballerini che escono dalle case con costumi coloratissimi. E così l'arte si manifesta in maniera spontanea, fin dai primi anni di scuola. Moltissimi cubani hanno una doppia vita artistica ed è normale incontrare un insegnante che suona le percussioni in un gruppo di raggaeton o la cameriera di una caffeteria che si esibisce la sera in un gruppo di danza caraibica.
Esiste una predisposizione che viene sostenuta e stimolata anche attraverso le case della cultura, sparse in tutta l'isola, alle quali possono accedere tutti gli studenti in età scolare.
Se, poi, si individuano doti particolarmente spiccate per qualche disciplina, i giovani vengono indirizzati a istituzioni dove l'insegnamento è decisamente più specialistico, come l'Accademia Nazionale di balletto classico od una delle cittadelleUniversitarie che tanto asomigliano al set di Saranno Famosi.
D'altronde, dopo la rivoluzione le arti sono state attivamente sostenute dal governo: sono nati teatri, musei e scuole d'arte, ai musicisti è stato garantito uno stipendio ed è stata istituita un'industria cinematografica.
Il governo ha cercato di compensare l'influenza della cultura di massa statunitense concedendo fondi ai gruppi culturali e teatrali afrocubani.
A Cuba si può vedere il laboratorio della pittrice Zaida del Rio, che raffigura magia e mistero con forza e sensualità.
A Pinar del Rio c'è la fazenda del maestro Pedro Paolo Oliva, autore di un celebre quaanto famoso dipinto sul grande blackout che dal 1990 al 1993 oscurò Cuba dopo la caduta del Muro.
A Cuba si possono fare incontri di grande livello culturale, capita di pranzare con Leonardo Padura Fuentes, giallista conosciuto a livello internazionale, o con uno dei musicisti più amati, Carlos Varela, esponente della Nueva Trova.
A Cuba si può soprattutto ascoltare. La musica è dappertutto. Orchestrine nelle piazze, giovani che improvvisano con in mano una chitarra sui gradini di casa, ogni momento è buono per cantare, suonare o danzare.
A Cuba si può fare anche un salto nel tempo e ritrovarsi negli anni '50 assistendo ad un musical al Copa Rum dell'Hotel Riviera.
Capita anche di trovarsi faccia a faccia col figlio del mito Camillo Guevara, che all'Avana cura un centro di documentazione dedicata al " CHE ", ed ha una scuola d'artigianato per bambini.
La località più conosciuta è indubbiamente il Varadero che, prima di diventare il punto più frequentatodelle vacanze cubane, era un piccolo villaggio di pescatori.Per fare uscire Cuba dagli stereotipi del turismo di massa è nataCubainmente, società che progetta realizza e gestisce programmazioni di viaggio ed occasioni di intratenimento a Cuba.
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