Non è più possibile considerare il mondo come un insieme di centocinquanta nazioni estranee l'una all'altra e come un assortimento di blocchi politici ed economici. Si deve invece vedere il mondo come formato da nazioni e regioni che costituiscono un sistema unico interdipendente.
Nel passato si potevano considerare separatamente i vari aspetti culturali od economici nei loro effetti sullo sviluppo tecnologico e sull'ambiente naturale. Oggi molti di questi fenomeni sono diventati interdipendenti, e ciò complica qualsiasi ricerca di una soluzione dei problemi più critici.
L'uomo ha elaborato varie discipline scientifiche: la fisica, la chimica, la biologia, la tecnologia, l'economia, le scienze politiche e sociali, la filosofia, l'etica, la teologia e via di seguito. Per risolvere i vari problemi l'uomo si basava sull'esperienza e sulle competenze delle discipline pertinenti. Oggi i problemi richiedono per essere risolti conoscenze provenienti da più discipline, se non tutte.
Per esempio, la soluzione della crisi mondiale alimentare non è solo questione che riguarda l'agronomia e l'economia, ma riguarda anche l'ecologia, le scienze fisiche e sociali e molte altre discipline; altri problemi critici ed interdipendenti sono ad esempio il modo di aumentare la fertilità del suolo e la superfice di terra coltivabile, la regolamentazione della proprietà terriera, l'organizzazione nel settore agricolo ecc..
Il risolverli dipende inoltre dalla crescita della popolazione, perchè il problema non è quello di produrre derrate alimentari in sè stesse, ma di produrre cibo nella quantità richiesta dalla popolazione esistente.
Qui risulta chiaro l'inutilità del sistema capitalistico che mette in primo piano la produzione come concetto di incremento delle vendite, succube del profitto, e non come produzione per soddisfare le richieste. Inoltre l'accentramento degli Stock Market come sistema di distribuzione delle derrate alimentare, serve solo a porre nelle mani degli investitori un potere incondizionato e di disporre del destino di intere popolazioni bisognose, senza considerazioni sociali ma solo capitalistiche.
I paesi asiatici tipo Cina hanno invaso il mondo con i loro prodotti, diventando la prina potenza economica mondiale. L'Iran posiede già quanto basta per un controllo di minoranza delle industrie Krupp, una delle società produttrici di acciaio più importanti della Germania.
Le eccedenze annue degli utili dei paesi esportatori di petrolio sommano cifre iperboliche, vale a dire circa i due terzi di tutti gli investimenti all'estero che le società degli Stati Uniti hanno effettuato fino ad oggi.
Con la stessa eccedenza essi potrebbero assumere il controllo di un numero impressionante di società del mondo occidentale.
Il mondo industriale è in crisi profonda, tutti ne sono consci, la salvezza risiede nell'agricoltura che ritorna ad assumere le sue funzioni trainanti del mondo.
Cibo uguale vita, legge inesorabile.
Il fatto che in una parte del mondo siano reperibili gli alimenti mentre in un altra ve ne è un bisogno disperato creerà una nuova situazione politica internazionale; la stessa sussistenza quotidiana di chi abita nelle parti bisognose del mondo dipenderà dalle decisioni di altre parti e ciò forse indefinitamente.
I valori e gli atteggiamenti fondamentali umani individuali dei membri delle comunità mondiale diventeranno un fattore determinante nel decidere fra specifiche alterntive e nello stabilire che certi sacrifici sono indispensabili.
Il sistema mondiale che stà emergendo richiede una visione olistica dello sviluppo futuro mondiale: ogni cosa appare dipendente da tutto il resto.
Questo è un approccio sistemico, intendendo dire che si prende in considerazione la totalità degli aspetti di un problema, anzichè accentrare l'attenzione su di un fenomeno isolato o su una sequenza di fenomeni considrati uno per volta, come accadeva nell'approccio analitico di fenomeni usato tradizionalmente nella ricerca scientifica.
Questo può spiegare come mai in passato i responsabili delle scelte politiche ed economiche hanno costantemente sottovalutato il cambiamento che stava per prodursi: essi entravano nel futuro tenendo gli occhi fissi sul passato.
Stiamo vivendo in un mondo dinamico in cui, se dobbiamo prendere delle decisioni su molte questioni vitali, dobbiamo guardare avanti per decenni.
Una simile esigenza deve per forza richiedere, come minimo, qualche assestamento all'interno di un sistema politico basato su un ciclo di elezioni di quattro anni.
La formazione di un sistema mondiale nel senso più vasto è una realtà, la quale richiede che qualsiasi iniziativa riguardante le questioni importanti, in qualsiasi parte del mondo, venga presa in un contesto globale, considerando a fondo gli aspetti umani che si creeranno nel futuro.
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