Dalla Corte Ue di giustizia arriva una sentenza pro-pirateria: i giudici nazionali non possono imporre alle società che forniscono accesso ad internet di applicare filtri per prevenire il download di contenuti illegali.
«Il diritto dell'Unione vieta un'ingiunzione di un giudice nazionale diretta ad imporre ad un fornitore di accesso ad Internet di predisporre un sistema di filtraggio per prevenire gli scaricamenti illegali di file», si legge nella sentenza pubblicata oggi.
Per la Corte, «un'ingiunzione di tale genere non rispetta il divieto di imporre a siffatto prestatore un obbligo generale di sorveglianza nè l'esigenza di garantire un giusto equilibrio tra il diritto di proprietà intellettuale, da un lato, e la libertà d'impresa, il diritto alla tutela dei dati personali e la libertà di ricevere o di comunicare informazioni, dall'altro».
In pratica, a detta dei giudici del Lussemburgo, obbligare i fornitori di accesso a internet a filtrare i contenuti contrasta con il divieto - presente nel diritto europeo - di imporre una sorveglianza sulle comunicazioni che transitano sulla sua rete.
In particolare, l'imposizione di un filtro ad un internet provider sarebbe incompatibile con la direttiva sul commercio elettronico e con i diritti fondamentali, spiega la Corte.
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