Ad affermarlo è il premio Nobel per l'Economia Paul Krugman: "Matthew Yglesias ha scritto un post (vedi link:https://www.vox.com/2014/5/9/5675398/they-saved-the-eurozone-they-just-forgot-to-save-the-people) complessivamente molto buono sulla storia dell’euro fino a questo momento; una combinazione di interventi finanziari “whatever-it-takes” e di impegno politico che ha stabilizzato la situazione finanziaria, ma l’economia reale e la disoccupazione ne hanno sofferto terribilmente.
Ma anche Yglesias si fa in qualche misura prendere dall’intensa propaganda che dipinge la crisi come una questione prevalentemente fiscale. Vale a dire, sostiene che l’introduzione dell’euro, e la conseguente riduzione del costo di finanziamento, avrebbe portato ad una “irresponsabilità fiscale” in Italia.
Mi dispiace ma non è così (e quando si tratta di questioni fiscali, in quasi tutti i casi fareste meglio a guardare i dati voi stessi, e a non fidarvi di ciò che tutti i report sembrano dire.) L’elevato debito pubblico italiano è un’eredità di politiche di molto tempo addietro.
La situazione del debito del paese è in realtà migliorata durante gli anni del boom dell’euro, ed è peggiorata di nuovo solo recentemente a causa della crisi finanziaria. In realtà ecco qui di seguito la lista completa dei paesi per i quali la storia dell’irresponsabilità fiscale come spiegazione dell’eurocrisi può avere un qualche senso:
- Grecia e basta.
La verità è che la Spagna e l’Irlanda erano stati modelli di responsabilità fiscale dal 2000 al 2007, o così sembrava, e l’Italia non se la stava cavando male. Se immaginavate una storia diversa, se pensate di aver sentito che l’irresponsabilità fiscale è stata più diffusa di così, prendetevela con i resoconti sbagliati".
Quindi, come sottoliena Krugman sul New York Times non è colpa della "cattiva" gestione della cosa pubblica in Italia o dell'evasione fiscale se i conti pubblici italiani sono prossimi al default. La colpa è della crisi economica provocata dall'euro e diventata enorme per colpa delle folli politiche recessive imposte dalla Germania - attraverso il controllo della BCE e della Commissione Europea - a tutta Europa.
In Italia Mario Monti, Enrico Letta e ora Matteo Renzi erano e sono perfettamente a conoscenza di questa realtà, ma la negano per sottostare al diktat delle oligarchie europee per garantirsi il potere senza alcuna certificazione democratica.
Nè Monti, nè Letta, nè Renzi sono stati eletti alla carica più alta della politica italiana: quella di presidente del Consiglio. In talia, le oligarchie europee da tre anni hanno imposto i loro fantocci.
Ora, basta. La democrazia il 25 maggio prossimo deve essere ristabilita: cacciamo via i ditattori dall'Italia e dall'Europa.
max parisi
Ringraziamo Voci dall'Estero per la traduzione dell'articolo di Paul Krugman.
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