La teoria, non è nuova ma è stata ripresa di recente: è stata pubblicata la prima volta sulla rivista Nature ed ha catturato l’attenzione della comunità scientifica perché risolverebbe anche un altro mistero.
Da sempre gli studiosi sono a caccia di una spiegazione riguardo alle due diverse facce del nostro satellite. Il versante visibile dalla Terra è pianeggiante, mentre la superficie della faccia oscura è montagnosa, ricca di altopiani, con una crosta più spessa di 50 chilometri rispetto a quella opposta.
Martin Jutzi dell’università di Berna, in Svizzera, e il collega Erik Asphaug dell’università della California credono di aver scoperto il perché. Quattro miliardi e mezzo di anni fa un corpo celeste delle dimensioni di Marte ha colpito la terra. «I detriti rocciosi e le macerie si sono liberati nell’atmosfera e hanno formato un disco che dopo è diventato la Luna - spiega Jutzi al Guardian di Londra- Ma non c’è ragione di credere che se ne fosse formata solo una».
Per milioni di anni, secondo i due studiosi, le Lune sorelle hanno convissuto pacificamente sulla stessa orbita intorno alla terra. Ma quando la maggiore ha cominciato ad allontanarsi dal nostro pianeta (cioè 10 milioni di anni dopo la formazione) è entrata in collisione con la minore. «Visto che erano sulla stessa orbita si sono scontrate a una velocità minima, meno di 3 chilometri al secondo - prosegue Jutzi - Quindi non si è formato un cratere. Semplicemente la Luna più piccola per la forza di gravità si è spalmata come una frittella su quella più grande».
Ecco spiegato perché la faccia oscura è molto più spessa: in realtà si tratta delle due Lune incollate una sull’altra.
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